La storia della taratura

Sin dalle più antiche società organizzate nasceva la necessità di uniformare i metodi al fine di garantire alle parti interessate di consolidare gli scambi commerciali. Se da una parte l’avvento delle monete e dei valori preziosi ha segnato un cambiamento epocale nelle transazioni commerciali, dall’altra pesare un prodotto per scambiarlo con un altro o con un controvalore in monete, si è mantenuto inalterato nel tempo fino ai giorni nostri.

In parallelo alle bilance, anche quelle più antiche, troviamo dei campioni di massa necessari al loro funzionamento. Questi campioni, sono sempre stati oggetto di taratura e confronto con altri campioni (non sempre con le migliori intenzioni!).

Trovare un riferimento con cui confrontare i propri campioni è una ricerca che prosegue dagli albori dei primi strumenti rudimentali per pesare, si pensi all’iconica immagine dell’antico Egitto, dove una bilancia a due piatti confronta una piuma con il cuore del defunto.

Oggi più che mai la riferibilità dei propri strumenti di misura è fondamentale, sia perché gli standard richiesti sono sempre più elevati, sia perché conoscere i propri strumenti ci garantisce di migliorare la nostra performance. La diretta conseguenza diventa migliorare la credibilità delle nostre misure, soprattutto oggi dove gli scambi commerciali sono spesso a carattere internazionale.

L’Italia vanta una storicità in ambito delle determinazione del valore convenzionale di massa, sia attraverso l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica sia attraverso un’ampia disseminazione della riferibilità attraverso i laboratori accreditati con una dislocazione geografica abbastanza uniforme.